Eccoci al racconto della seconda lezione del corso conoscenza e degustazione del thè – Le cerimonie del thè – corso di approfondimento. Questa serata è stata dedicata al Giappone e alla cerimonia del thè Sencha-do.
Se vi ricordate bene, vi avevo già detto che il corso e tenuto presso la Società di orticultura a Villa Bardini che ha anche un bellissimo giardino. Abbiamo iniziato la serata quindi con un percorso in giardino.
La cerimonia giapponese è meditativa ed inizia sempre con un percorso in giardino detto Rogi (da Ro mostrare e Gi corpo mente) che serve per avvicinarsi alla cerimonia nel modo migliore, cercando di perdere la dimensione terrena spogliandosi di tutto prima della cerimonia.
Inizia così il racconto di Silvia, che ci ha accompagnato in una parte del giardino di Villa Bardini.
Il thè in Giappone si diffonde quando quando dei monaci buddisti importano dalla Cina la pianta del thè.
All’inizio il thè, e in particolare il matcha, era utilizzato dai monaci per non addormentarsi durante le ore di meditazione e le cerimonie religiose.
Si diffuse poi anche tra i nobili e più ricchi, anche se non c’era niente di rituale, che fecere della cerimonia del th un elemento del loro codice di condotta che regolava la vita dei guerrieri. I monaci buddisti però iniziarono a trasformare la cerimonia dandole un ruolo meditativo. La cerimonia quindi iniziò a rappresentare un momento di pace e riposo, specialmente durante i periodi di guerra e lotte. Si iniziarono quindi ad applicare dei riti con un certo rigore, con un canone pulizia e un codice da seguire.
La stanza del thè e il giardino
La cerimonia del thè giapponese Sencha-do si svolge in una vera e propria stanza da thè, un luogo in cui tutto è essenzuale e privo di ornamenti perchè l’importanza è la meditazione. Importante è anche il giardino che porta a questa stanza della cerimonia del thè. Ed ecco spiegato perchè abbiamo iniziato la nostra serata in giardino… per provare ad entrare il più possibile in questa atmosfera.
Il giardino in cui fare la cerimonia doveva essere costruito in un modo preciso, in particolare il giardino giapponese doveva essere il più naturale possibile, si voleva cioè ottenere l’effetto della natura (anche se per ottenerlo c’era uno studio e un lavoro ben preciso).
Alla fine del percorso in giardino in cui come detto all’inizio si doveva abbandonare tutto ciò che era terreno, si attraversava una porta piccola per entrare al luogo cerimonia, che rappresenta un segno di umiltà prima di ricevere il dono. La cerimonia del thè veniva svolta nella stanza del thè che può trovarsi all’interno dell’abitazione o in un ambiente separato e dedicato, come una capanna o la pagoda.
La via del Sencha
In Giappone in realtà ci sono due forme di cerimonia. La prima che utilizza il matcha in polvere ed è proprio una meditazione molto lunga che può durare anche ore ed ore. Era un modo utilizzato da samurai e nobili per esprimere la propria ricchezza.
Nacque quindi in controtendenza, una seconda cerimonia che è chiamata Sencha-do.
Sencha-do significa “la via del Sencha”, e la cerimonia presuppone una meditazione molto intensa, quindi le persone parlavano e discutevano prima, ma quando poi iniziava la cerimonia si faceva silenzio. E’ la cerimonia del thè in foglie.
Kouyugai era il monaco zen che cominciò a riflettere che la cerimonia del thè non doveva essere dedicata solo ai nobili ma doveva essere per tutto il popolo. E quindi inventò verso il 1850 a Kyoto questa cerimonia con il thè in foglia. Kouyugai è rimasto poi conosciuto come Baisaou, che significa il nonno del thè, il vecchino del thè.
Qualche dettaglio sul giardino di Villa Bardini a Firenze
Abbiamo poi continuato un giro veloce del giardino di Villa Bardini con Elia. Ed ecco alcuni spunti interessanti che non conoscevo su questo giardino. Perdonatemi un lieve fuori-tema, ma penso sia interessante.
Inizialmente il giardino di Villa Bardini era un frutteto e orto, infatti in caso di assedio serviva per approvvigionamento di risorse, inolte era zona difficile da edificare perché molto pendente.
Questo giardino è stato diviso per molto tempo in due giardini (uno barocco con vialetti giometrici e tutto tenuto in regola detto formale, l’altro invece è sempre rimasto ad orto). Nell’800 fu aggiunto un giardino aglo-cinese, molto più romantico, senza geometrica, ma tuortouoso e con molte fontane.
Questa proprietà fu unificata da Bardini, un antiquaio di Firenze che comprò tutto. Fece costruire la villa (che prima era una semplice residenza dei contadini) e appunti unì nuovamente tutto il giardino. Nonostante siamo esattamente sulle mura della città questa proprietà fu chiamata Villa, ch era il nome delel proprietà fuori dalle mura cittadine. Bardini fu uno dei primi ad avere l’automobile, e quindi fece demolire una parte del giardino per far passare una strada che arrivava direttamene alla villa, passando dal giardino.
Questa bellissima loggia, non era stata costruita qui, ma è stata spostata da Pistoia e fatta ricostruire qui. Bernini la utilizzava per far accomodare gli ospiti, dato che da questa loggia si vede il Duomo di Firenze e Palazzo della Signoria (una vista mozzafiato!) e serviva il thè.
La cerimonia del thè giapponese Sencha-do: iniziamo!
Ma partiamo con il racconto della cerimonia del thè Giapponese. Siamo infatti tornati nella terrazza dove abbiamo trovato Vania ad aspettarci! Trovate tutte le informazioni sui corsi della bravissima Vania Coveri, su Facebook alla pagina Tea Teller – Raccontare il Tè !
La respirazione segue i movimenti che vengono fatti: quando si fa un movimento dal basso verso l’alto si inspira e viceversa quando si fa un movimento dall’alto verso il basso allora ai espira. Come detto si fa tutto in ricordo silenzio e la cerimonia viene preparara per 3 o 5 persone quindi 3 (o 5) tazzine.
La cerimonia Sencha-do inizia e si finisce con un inchino.
Vania ha eseguito tutta l’intera cerimonia, e noi siamo stati in silenzio, tutti assorti a seguire i suoi movimenti.
Dopo aver bollito l’acqua (per praticità nel bollitore), è stata passata nella prima teiera di ferro.
Con la prima acqua si lava tutti gli utensili.
Dopo il risciaquo, l’acqua viene versata dalla teiera in metallo nelle tazzine per far scendere la temperatura dell’acqua.
Sono state poi messe le foglie del thè nella teiera bianca di porcellana e dalla prima teiera in ferro l’acqua viene passata in questa seconda teiera.
Questa seconda teiera, dal nome Kyuusu, è fatta apposta per la cerimonia giapponese perché è necessario girare bene il thè con la mano durante la preparazione, e proprio per questo motivo ha un manico laterale.
Il nome Kyuusu deriva dal luogo da dove sono fatte queste teiere. Le rotazioni della teiera sono sempre fatte in senso orario.
Dalla Kyuusu si passa poi il thè nel decanter per il filtraggio. Ed infine dal decanter ai coppini.
Tutti i movimenti eseguiti durante la cerimonia sono tutti molto lenti, tutte le azioni sembrano fatte al rallentatore.
E come detto, si conclude con un inchino.
Prima e seconda infusione del thè in foglia sencha okumidori
Noi abbiamo fatto la cerimonia con un thè in foglia sencha okumidori…dal raccolto della primavera del 2016.
Il gusto alla prima infusione è marino e ricorda le alghe. Dovrebbe arrivare anche il gusto dell’umami, quesro gusto un po’ misterioso per noi occidentali.
Umami in giapponese significa saporito, ed è considerato uno dei cinque gusti insieme a dolce, acido, salato e amaro, scoperto nel 1909 da un Professore dell’Università Imperiale di Tokyo, Kikunae Ikeda.
Tra la prima e la seconda infusione si consiglia di mangiare un dolcetto alle paste di mandorle. Noi come potete vedere dalle foto, avevamo un vero e proprio banchetto.
Francesco che ormai conoscete (marito di Giulia e fratello di Federica) aveva preparato dei biscottini alle mandorle seguendo una ricetta di due blogger conosciuti di recente “Viaggiatore non per caso”! Ma questa è un’altra storia di cui vi racconteremo in un altro post!
La seconda infusione è molto più veloce della prima ma sempre in silenzio e facendo sempre tutti i movimenti lenti lenti con la corretta respirazione.b
Grazie al gusto del dolce che rimane in bocca, il thè della seconda inusione ha un gusto meno erbaceo. Viene fuori un sapore più amaro e metallico ma ha in bocca l’effetto di fresco. Con questa seconda infusione abbiammo assaggiato delle ciliegie, che ci stanno davvero molto bene!
Questo thè è risultato essere molto sfaccettato, e riesce a regalare tanti diversi sapori e gusti.
Nella cerimonia Sencha-do si fanno brevi infusioni, quindi potremmo farne anche 3 o 4.
Un assaggio al thè verde Genmaicha con thè matcha … e tante bontà da mangiare!
Finita questa cerimonia, per finire la serata, e assaggiare tantissime bontà che erano state portate dalle varie partecipanti al corso, Vania ci ha preparato un thè verde Genmaicha con aggiunta del thè matcha.
Il thè Genmaicha è un bancha con aggiunta di riso integrale tostato e riso soffiato. Prima di metterlo in infusione, Vania ha aggiunto a questo thè una dose di Chashaku di thè matcha, in quantità tale da ricoprire la superficie del riso. E’ stato messo poi tutto in infusione (65 gradi per 3 minuti). Il Chashaku è un particolare utensile in bamboo utilizzato nella cerimonia giapponese del thè, per mettere il thè in polvere matcha all’interno della teiera. Siccome il thè matcha crea una veloce ossidazione, si deve evitare di metterlo in contatto con superfici metalliche.
Come potete vedere dalla foto, il colore del thè è sicuramente influenzato dalla presenza del matcha.
Questo thè sta benissimo come accompagnamento per pasteggiare, in particolare con formaggi e dolci a base di riso.
Il sapore della miscela prima dell’infusione è influenzata dalla presenza del riso, e l’odore è proprio quello di qualcosa di tostato.
Ecco qua…questo è il racconto e le emozioni provate durante questa seconda lezione ma più che altro durante la cerimonia del thè giapponese! Che dire una bella differenza tra le due cerimonie!
Se volete scoprire tutti i dettagli della cerimonia cinese, cliccate qui e leggere il racconto sul nostro blog –> il racconto della cerimonia cinese Gongufu Cha
Avete mai assistito ad una cerimonia del thè? Se sì, quale?
Buon inizio settimana in dolcezza,
Fede&Giulia
Wow, sapevo che la cerimonia del the in giappone è un rituale lento e dove ogni movimento ha la sua importanza..ma non l avevo mai seguita così da vicino, passo per passo come l avete spiegata voi! Deve essere stata una esperienza carica di energia…la meditazione, il respiro il the… per me è come entrare nel paese dei balocchi (aggiungi i dolcetti di pasta di mandorle e sono in paradiso! 😉 ) interessante davvero perché finalmente ho le idee chiare su quello che succede in questa famosa tradizione giapponese la cui cultura mi affascina parecchio da sempre! Quante belle iniziativa che seguite e organizzate, siete forti!
grazie mille!!! 🙂
sì confermo che la cerimonia giapponese ti rende davvero carica di energia! é bello seguire e farne parte!!! Poi in un’atmosfera suggestiva come quella di Villa Bardini è davvero il massimo! 🙂
cerchiamo di seguire le attività che possono dare maggiore valore a noi e al blog, perchè ci piace proporre cose diverse e particolari!!! Giovedì cerimonia del thè marocchina! un abbraccio
Quante cose bellissime che scopro 😍! Vi ho già detto che adoro la cultura orientale, quella giapponese in particolare, ma non avevo idea di tutto questo! Un’esperienza dei sensi, non solo una degustazione! Bellissimo!
davvero Lucia, hai ben detto, non solo esperienza di degustazione del thè, ma di tutti i sensi! E’ una bella emozione e ricarica tantissimo!
grazie mille 🙂